
“Parliamo di circa 1 milione di lavoratori – prosegue – che ogni giorno operano a strettissimo contatto con le persone più vulnerabili e a rischio di contagio: gli anziani ed i malati, ovvero coloro che giustamente saranno vaccinati in via prioritaria, così come a nostro avviso dovrebbe essere previsto per chi li assiste. Stesso ragionamento per le baby sitter: il Piano strategico non le cita direttamente seppur nella quotidianità svolgano un lavoro assimilabile a quello degli insegnanti e del personale scolastico”.
“In assenza di indicazioni precise – conclude il presidente di Assindatcolf – riteniamo che i domestici possano rientrare al massimo tra le categorie previste nella Fase 2. Relegarli oltre, ad esempio tra gli addetti dei ‘servizi essenzialì (commessi di negozi alimentari, ecc.) e dei settori a rischio previsti nella Fase 3 della campagna, significherebbe farli accedere al vaccino tra luglio e settembre, veramente troppo tardi! Al nostro appello, lanciato già nel mese di novembre, si è aggiunto anche quello delle organizzazioni europee del settore, tra cui la Federazione Europea dei Datori di Lavoro Domestico, Effe, che lo scorso 14 dicembre hanno inviato un’analoga richiesta alla Commissione Europea chiedendo un accesso prioritario al vaccino per il personale impegnato nell’assistenza a domicilio”.
(ITALPRESS).